Spleen di Baudelaire

Spleen di Charles Baudelaire

 

Quando il cielo basso e greve pesa, come un coperchio
Sullo spirito che geme in preda ai lunghi tedii
E, dell’orizzonte abbracciando tutto il cerchio,
ci versa una luce nera più triste delle notti;

quando la terra è mutata in un’umida segreta
dove la Speranza, come un pipistrello,
va ba
ttendo i muri con l’ala timorosa
e picchiando la testa contro marci soffitti;

quando la pioggia sciorinando le sue immense strisce
imita le sbarre d’una vasta prigione,
e un popolo muto di infami ragni
viene a tendere le sue reti in fondo ai nostri cervelli,

campane a un tratto balzano su con furia
e lanciano verso il cielo un terribile urlo,
come spiriti erranti e senza patria
che si mettano a gemere ostinatamente.

E lunghi carri funebri, senza tamburi né musica,
sfilano lenti nell’anima mia; la Speranza,
vinta, piange, e l’Angoscia atroce, dispotica,
sul mio cranio chino pianta il suo nero vessillo.

 

 

Spleen di Baudelaire
Spleen di Baudelaire

 

 

Il tema della poesia
Il tema della poesia è la condizione degli uomini dannati a vivere l’inferno della terra. Non è tanto la noia del poeta, ma la situazione fisica e psicologica degli uomini che vivono su questa terra infernale. Baudelaire descrive prima di tutto la terra come paesaggio infernale. Dopo aver detto nella poesia Al Lettore che la vita degli uomini è una discesa all’inferno ora il poeta descrive l’ambiente infernale, il quale è molto simile alla descrizione dell’inferno di Dante Alighieri. Il cielo basso e pesante pesa sulla tema e manda una luce più nera della notte; la terra è trasformata in una umida cella dai soffitti fradici; la pioggia circoscrive la terra con la pioggia e la trasforma in una vasta prigione; un popolo di ragni tesse le sue ragnatele sui teste dei dannati; tutto questo opprimente paesaggio fa risuonare le campane con un urlo straziante e lacerante che assomiglia a quello delle anime dei dannati che gridano e gemono insistentemente.
Anche la Speranza del poeta, dominato dalla noia e dal paesaggio infernale e straziato dalle immagini mentali della sua depressione che gli fa vedere lunghi carri funebri che sfilano senza tamburi e senza musica, allora è vinta dalla disperazione della dannazione eterna cioè il poeta capisce che non può più risalire verso il cielo e allora la Speranza si trasforma in Angoscia, la quale in modo inesorabile e spietato, pianta la sua potenza sulla testa reclinata del poeta.

Il messaggio della poesia 
Il messaggio della poesia è quello dell’eterno dolore della vita umana nell’inferno. La poesia riproduce in termini baudelairiani la famosa scritta che Dante trova sopra la porta dell’inferno: Lasciate ogni speranza a voi che entrate. Gli uomini una volta caduti nell’inferno debbono dimenticare ogni bene della vita terrena e sopportare con eterna rassegnazione il dolore eterno dell’inferno. Baudelaire descrive questo eterno dolore degli uomini già mentre sono sulla terra, poiché essa è l’inferno. Ma a differenza di Dante, per il quale una buona parte dell’umanità, riesce a salire nel Purgatorio o al Paradiso, Baudelaire descrive tutta l’umanità all’inferno senza via di salvezza per nessuno. In Baudelaire manca la luce della salvezza divina per cui il colore dominante dell’intera raccolta e il nero dei luoghi lugubri e sordidi.
Le campane hanno un ultimo sussulto fragoroso di suoni che emettono un urlo terrificante, ma è l’ultimo rantolo disperato prima di entrare dentro l’inferno.Dopo l’entrata all’inferno predomina solo il silenzio più assoluto, il buio più tetro, l’Angoscia più atroce e inesorabile.

 

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