Matera è una città antichissima, il cui territorio custodisce testimonianze di insediamenti umani dall’era paleolitica fino a quella odierna. La particolare conformazione del sito è caratterizzata da valloni e spalti rocciosi modellati dal fiume denominato Gravina, a formare un vero e proprio canyon dove su uno dei fianchi sorge l’impianto urbano più antico: i rioni Sassi (sono due quartieri di Matera, il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano, formati da edifici rupestri costruiti nelle cave naturali della Murgia materana e abitati fin dal Paleolitico).
La città è rinomata in tutto il mondo per questi storici rioni, i Sassi, riconosciuti nel 1993 dall’UNESCO quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità, primo sito dell’Italia meridionale a ricevere tale riconoscimento, insieme al Parco della Murgia Materana che si trova sull’altro versante rispetto al fiume Gravina.
Sorta 10.000 anni fa, Matera è la terza città più antica del mondo dopo Aleppo e Gerico. Camminare in mezzo ai Sassi equivale a intraprendere un viaggio attraverso secoli di storia, civiltà, stili e culture diverse, dal Paleolitico ai giorni nostri, passando per il Medioevo, il Rinascimento e il Barocco.
Se oggi i Sassi di Matera sono un sito UNESCO, fino agli anni ’50 il capoluogo lucano era totalmente isolato dal resto del mondo e versava in gravi condizioni di degrado e arretratezza. Nel suo libro “Cristo si è fermato ad Eboli” pubblicato nel 1945, Carlo Levi paragonò l’ammasso di case grotta sovraffollate, in cui persone e animali condividevano gli stessi spazi, alla rappresentazione Dantesca dell’Inferno.
Grazie alla sua denuncia, la politica italiana si interessò alla questione, e il leader del Partito Comunista Togliatti visitò Matera per vedere con i propri occhi la situazione in cui vivevano gli abitanti dei Sassi. Fu proprio lui a definire la città “vergogna nazionale”.
Ma è quando si tocca il fondo che si trova la spinta per risalire, e inizia da qui la rinascita di Matera, scelta da molte case cinematografiche e registi come set per i propri film, da Pasolini che vi ambientò “Il Vangelo secondo Matteo” a Mel Gibson che vi ha girato “La passione di Cristo”.
Dopo anni di abbandono coatto, durante i quali gli abitanti dei Sassi furono costretti a lasciare le proprie case per trasferirsi nei nuovi rioni costruiti dallo Stato, negli anni ’80 il centro storico si rianima e da città fantasma diventa un’apprezzata meta turistica: i Sassi vengono dati in comodato d’uso per aprire botteghe artigiane, negozi di souvenir, ristoranti, b&b, e le chiese rupestri e le case grotta vengono tramutate in musei.
Ma la svolta arriva quando nel 1993 l’UNESCO dichiara i Sassi Patrimonio Mondiale dell’Umanità in quanto “notevole esempio di insediamento rupestre perfettamente adattato al contesto geomorfologico e all’ecosistema attraverso una continuità di oltre due millenni“. Per l’occasione l’UNESCO conia il concetto di Paesaggio Culturale, in seguito utilizzato per motivare l’iscrizione di altri siti nel mondo.
Un’ulteriore occasione di riscatto è giunta con la designazione a Capitale Europea della Cultura 2019.