Profumo di Pasquale De Falco
L’aria odorava di sensazioni surreali, nei tavoli del bar si posavano storie di donne dimenticate, storie di odio, racconti di viaggi notturni. Una cameriera dallo sguardo svogliato, vestita di soli profumi inebrianti, mi porta il taccuino della sua vita; ho preso una sbornia forte, la testa mi ruota tra selvaggi pensieri.
Una donna mi osserva, ride, forse sono la sua meta?
Il locale si riempie di sguardi fasulli, ogni uomo deve essere capito, cerco di guardare le scarpe che indossano. Io sono vestito solo di parole, ai miei piedi una fata mi guarda, mi tortura l’anima. I tuoi occhi sono la Sfinge della mia vita, le emozioni sono assenti, forse il profumo dei pensieri troverà posto tra i tavoli liberi.
Una donna si alza, posa la sua sigaretta, si avvicina con occhi malinconici, si siede al mio fianco, la guardo.
Fiumi di alcool, acre sapore di sigarette mai consumate, sono fuori dalla mia logica, la mia cameriera mi serve il mio bicchiere di solitudine.
La donna avrà i suoi 40 anni portati con docile delicatezza, unghie lunghe, scollatura dipinta da mani generose, occhi intrisi di dolore, velati di gioia nascosta, pieni di cose mai accadute.
“Bene, io sono Alice, potrei rovesciare i tuoi sensi e infilare la tua anima sotto una cascata di acqua gelida”
Non risposi, le guardi la scollatura, chiusi gli occhi per qualche istante, ero appena uscito da una miriade di strane sensazioni. Bevvi il mio bicchiere di rum, mi girai con indifferenza verso di lei, le sfiorai delicatamente le labbra con il mio sguardo e le chiesi cosa pensasse dei vini francesi.
Ella mi prese la mano e mi trascinò fuori dal locale, guardai il cielo, nessuna stella mi osservò, accesi l’ennesima sigaretta e le dissi: ”Sono un ladro di verità, sono un ladro di anime.”
“Va bene” disse Alice “stanotte voglio farti conoscere la mia falsità.”
“Sono eccitato dai tuoi pensieri, voglio essere adagiato su letti disfatti, questa notte sarò il tuo capriccio spirituale” le dissi con sguardo impastato dai sapori di una notte calata giù con ignara imperfezione.
Fissavo i lampioni mentre lei baciava il mio collo, mentre la mezzanotte si impossessava dei miei scarsi 30 anni. Sentivo il suo calore, i suoi respiri lottare con i miei sensi, sentivo un cane urlare alla luna, lei si stringeva su di me, il suo seno diveniva l’appoggio dei miei stanchi pensieri.
Iniziamo a camminare per strade deserte, incontrammo solo donne che vendevano la loro femminilità a uomini impotenti, una giovane prostituta mi strizza dolcemente l’occhio, guardo con amarezza la sua gioventù decaduta su un lurido marciapiede, vorrei portarla con me, sarebbe la donna del mio letto, ma adesso sono schiavo della generosità di Alice.
La città è piena di delicatezza, con velata indifferenza ci sfiora delicatamente le nostre anime , il suo triste sguardo illumina i nostri cuori. Camminando in queste strade osservo l’irreale che circonda il magico, le strade sono piene di profumi sconosciuti:con malinconia ammiro l’infinita’ tristezza di una sorridente città.
Questa notte ci parla con lingue conosciute solo da chi comprende i suoi errori, i suoi misteri, le sue meraviglie, le sue menzogne. Stanotte il cielo è pura poesia, le strade sono eresie, esorcismi, sono misteri.
Ho pensato di fuggire, ma adesso sono stanco, ho bisogno di un letto dove fare sesso o morire.
Nella casa della sconosciuta regnava l’irreale più eccitante che io abbia mai visto, abbiamo bevuto fino all’alba, forse mi sono addormentato tra i sogni della donna.
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