La fattoria degli animali fu concluso nel 1943 ma George Orwell riuscì a pubblicarlo solamente nel 1945 alla fine del secondo conflitto mondiale.
L’opera si presenta quasi come una favola, un racconto leggero per bambini con protagonisti gli animali, ma andando a scavare nel profondo, si vede come ogni avvenimento che viene raccontato nel romanzo è l’allegoria di ciò che stava succedendo sia durante l’era stalinista che nella Seconda Guerra Mondiale.
Ogni animale e ogni personaggio corrisponde infatti ad un preciso evento storico e come ogni favola che si rispetti esiste anche una morale finale.
La fattoria degli animali: trama e riassunto
Il romanzo racconta la storia di alcuni animali di una fattoria che si ribellano al loro padrone.
Essi vivono nella Fattoria Padronale del Signor Jones, che è diventato un alcolista e non si interessa più né alla manutenzione né agli animali.
Un giorno, dopo che non era stata data la razione di cibo e le mucche non erano state munte, gli animali prendono in mano la situazione e decidono di attaccare gli uomini. Si trovano a scontrarsi con il Signor Jones e gli amici ma riescono facilmente a sconfiggerli e ad avere il controllo della proprietà, che viene denominata “Fattoria degli Animali”.
Il gruppo è guidato e spronato dal Vecchio Maggiore, un maiale anziano che viene rispettato da tutti e che rivela ad essi il suo progetto: un posto in cui gli animali possano finalmente vivere liberi dall’uomo. Il Vecchio Maggiore infatti considera pericolosi tutti gli animali che camminano su due gambe, ossia l’uomo, mentre innocui quelli che camminano a quattro zampe.
I ribelli cercano di riorganizzarsi nella vita libera dalla schiavitù ma ben presto emergono i problemi: sugli altri si stanno imponendo i maiali, che cercano di dominare e di sfruttare i più ingenui.
Tra questi ci sono Napoleone (che rappresenta Stalin) e Palla di neve (che rappresenta Trotsky).
I due iniziano un conflitto interno per il potere della fattoria e Napoleone si allea con i cani scacciando Palla di Neve (allegoria dell’esilio di Trotsky e dell’avvento della dittatura stalinista).
Napoleone diventa così il dittatore, tradisce i suoi alleati e si comporta come unico padrone di tutto. Ormai non esistono più gli ideali di uguaglianza e libertà, che vengono sostituiti con un unico motto: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.”
Messaggio del libro
ll messaggio della favola, la sua morale, è che qualunque rivoluzione che si proponga di instaurare un’utopia è destinata a fallire e a trasformarsi in tragedia, in una società non desiderabile.
Infatti tutto il potere corrompe e il potere assoluto corrompe in modo assoluto.
Come disse Fabrizio De André: “Non ci sono poteri buoni”