Troisi: “La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve.”
Il postino è un film del 1994 diretto da Michael Radford e Massimo Troisi.
Ultima interpretazione dell’attore, scomparso solo 12 ore dopo la fine delle riprese; il film è ispirato a Il postino di Neruda (Ardiente paciencia), romanzo scritto dal cileno Antonio Skármeta.
L’esilio ha portato Pablo Neruda (Philippe Noiret), noto poeta cileno, in Italia, nel ’52, in una piccola isola del Mediterraneo. Qui incontra Mario(Massimo Troisi), figlio di pescatori, che rifiuta ostinatamente anche solo di salire su una barca per sposare l’unica carriera possibile: il pescatore a vita. L’arrivo di Neruda cambierà la sua esistenza: assunto come suo postino, Mario da quel momento tesse intorno al poeta una tela di curiosità, attenzione e devozione che porterà i due a stabilire un affiatato e amichevole legame. Il poeta gli fa conoscere la poesia, che Mario imparerà ad usare anche per conquistare Beatrice (Maria Grazia Cucinotta), la ragazza di cui si è innamorato. La sposerà anche grazie a Neruda. Il poeta non parla a Mario solo di poesia: il comunismo è la sua fede e una volta partito dall’isola lascerà nel suo postino la vocazione al comunismo stesso, non tanto come coscienza politica, quanto come fede nella persona e nel pensiero di Neruda. Il poeta un giorno, ripassando dall’Italia, troverà solo un bambino di nome Pablito, nato poco dopo la morte di Mario, avvenuta in un tafferuglio durante una manifestazione di piazza a Napoli.
Un film tacciato di inneggiare al comunismo, di essere un film politico, fraintendendo il vero messaggio del film, che è quello della poesia e del sentimento come metafora della vita.
La vita e la morte del protagonista del film anticiperanno di poco quella dell’attore Massimo Troisi che morirà appena dopo dodici ore dalla fine delle riprese.
Il poeta e la metafora (dialoghi tratti dal film)
La metafora
Neruda: “La metafora…come dirti…è quando parli di una cosa paragonandola a un’altra…per esempio quando dici <<Il cielo piange>> che cosa vuol dire?”
Troisi: “Che…che sta piovendo?
Neruda: “Sì, bravo. Questa è una metafora.”
Troisi: “Allora è semplice…embè perché ci ha questo nome così complicato?”
Neruda: “Gli uomini non hanno niente a che vedere con la semplicità o la complessità delle cose.”
Fare il poeta
Troisi: “Pure a me piacerebbe fare il poeta.”
Neruda: “No, è più originale continuare a fare il postino. Almeno cammini molto e non ingrassi mai. Noi poeti siamo tutti obesi.”
Troisi: “Eh…però…con la poesia posso fare innamorare le donne…come, così…come si diventa poeti?”
Neruda: “Prova a camminare lentamente lungo la riva sino alla baia, guardando attorno a te…”
Troisi: “E mi vengono le metafore?”
Neruda: “Sicuramente.”