Il discorso di Liliana Segre al Parlamento Europeo.

Auschwitz numero 75190, non più un nome. Ma solo uno dei tantissimi tristi numeri della follia nazista.

Liliana Segre
Liliana Segre

Liliana Segre è nata a Milano il 30 settembre del 1930 è un’attivista e politica italiana, superstite dell’Olocausto e attiva testimone della Shoah italiana. Di origine ebraica.

Il 19 gennaio 2018 è stata nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella «per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale»

Il 30 gennaio 1944 venne deportata dal tristemente famoso binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, che raggiunse dopo sette giorni di viaggio. Fu subito separata dal padre, che non rivide mai più e che sarebbe morto il successivo 27 aprile.

Fu messa per circa un anno ai lavori forzati presso la fabbrica di munizioni Union, che apparteneva alla Siemens. Alla fine di gennaio del 1945, dopo l’evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania.

Venne liberata il 1° maggio 1945 dal campo di Malchow, un sottocampo del campo di concentramento di Ravensbrück che fu liberato dall’Armata rossa.

Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz, Liliana fu tra i 25 sopravvissuti.

Dopo la liberazione, Liliana si chiude in un lungo silenzio fino a quando, durante i primi anni ’90, decide di raccontare la sua drammatica esperienza da prigioniera agli alunni dei vari istituti scolastici.

Discorso al Parlamento Europeo.

Oggi 29 gennaio Liliana Segre ha tenuto un discorso al Parlamento Europeo, un discorso di altissimo spessore, che ha commosso e che ha suscitato le lacrime degli euro parlamentari presenti.

Di seguito alcuni suoi passaggi.

Che emozione. Io esisto e anche il Parlamento europeo. Non era questo il disegno di qualcuno.”

Anche oggi qualcuno non vuole guardare e anche adesso qualcuno dice che non è vero. La parola razza ancora la sentiamo dire e per questo dobbiamo combattere questo razzismo strutturale, che c’è ancora. La gente mi domanda come mai si parli di antisemitismo, di razzismo, ma perché c’è sempre stato e perché sono insiti negli animi dei poveri di spirito.”

C’è sempre stato è sempre ci sarà un momento politico per poter tirare fuori il razzismo e l’antisemitismo che sono insiti nell’animo dei poveri di spirito. Arrivano i momenti più adatti in cui ci si volta dall’altra parte, in cui è più facile far finta di niente, che si guarda solo il proprio cortile e si dice è una cosa che non mi riguarda. Poi ci sono alcuni che approfittano di questa situazione e trovano il terreno adatto per farsi avanti.”

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