Federico Aldrovandi

Federico Aldrovandi e la sua morte.

Non mi uccise la morte ma due guardie bigotte

mi cercarono l’anima a forza di botte

Fabrizio De André

Federico Aldrovandi

Ferrara, 25 settembre 2005, ore 6 del mattino

Federico Aldrovandi di 18 anni viene fermato ad un posto di blocco della polizia.

18 anni, fino a quel punto sa di avere una vita davanti.

Ma il destino ha in serbo per lui ben altro.

Un destino che si chiama “4 poliziotti”.

Federico viene arrestato, è a terra, ammanettato dietro la schiena. Mentre i quattro poliziotti lo massacrano di pugni, calci, e manganellate (2 manganelli si rompono per la violenza con cui viene picchiato il ragazzo). L’autopsia conterà 54 lesioni.

L’ultima alba di Federico che viene ucciso senza una ragione da 4 persone con una divisa addosso.

18 anni. 4 poliziotti. Ferrara. Un’alba maledetta.

Federico Aldrovandi: la sentenza dei giudici

Nel 2009 dopo trentadue udienze, il Tribunale di Ferrara ha condannato i quattro agenti a tre anni e sei mesi di reclusione con l’accusa di omicidio colposo.

La sentenza è stata confermata nel 2012, dalla Suprema Corte di Cassazione.

I poliziotti, però, beneficiarono dell’indulto, che copriva 36 dei 42 mesi di carcerazione previsti dalla condanna.

Paolo Forlani, Enzo Pontani e Luca Pollastri, i 3 poliziotti dopo aver scontato la pena di 6 mesi sono ritornati in servizio.

Mentre la poliziotta Monica Segatto, un mese di carcere e poi i domiciliari.

Una pena di 6 mesi di carcere per l’omicidio un ragazzo di 18 anni. E poi il ritorno in servizio.

4 assassini in servizio nelle Forze dell’Ordine, liberi di indossare una divisa e portare un’arma.

Ecco il finale di un’alba maledetta a Ferrara.

Ecco il fallimento dello Stato italiano.

Federico ucciso alle ore 6 del 25 settembre 2005 e ucciso di nuovo dallo Stato che non ha punito i suoi assassini.

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